A Napoli il teatro è vergine

Nel crocevia tra Porta Capuana e Forcella, a Napoli, si sta creando un nuovo approccio alla fruizione teatrale. Futuroteatro è lo spazio, il mood, la prospettiva che capovolge lo stare in scena degli attori/performer, ribalta la regia come da sempre la conosciamo, e rinnova la relazione tra palco e platea che guarda-partecipa alla messinscena. Tutto è vergine e così rimane, dietro quelle porte laccate blu di via Oronzio Costa 16-26. Sia prima sia dopo lo spettacolo. Vergine e misterioso, com’è la sorgente di un’idea.

C’è chi dice che ormai – e già da troppo tempo – a teatro gli spettatori siano un corpo e un cervello morto, passivo, senza reazioni. Futuroteatro dimostra che non sempre vale questo assunto. Emanazione di un progetto più dilatato e espanso che rientra nella macro-avventura intitolata TEATRO COME MODELLO, questa azione, coordinata da un nucleo di artisti di origine partenopea e non, continua a portare in cartellone due titoli: “Dove sono?” e “M’allicordo”. Le giornate di replica sono il sabato (per il primo titolo) e la domenica (per il secondo) con lo start alle 20, che include anche un aperitivo di accoglienza. Dal 24 ottobre, l’arrivo del terzo titolo in programmazione: “I Sonetti di Shakespeare”.

Futuroteatro indaga la possibilità dello sviluppo del teatro nel futuro. Perché, guardando in avanti, il teatro nel futuro sarà piccolo – nelle geometrie – di contatto con il pubblico – nelle modalità di proposta – e basato sul testo dell’autore e non sulla fama di registi e/o attori. A prescindere dalle identità di ciascuno e dei nomi in cartellone. È un teatro che si fa nel momento in cui accade e da coloro che lo fanno e lo ricevono insieme. Non esiste né prima, con un plot, né dopo. Di conseguenza ogni spettacolo vive e muore soltanto quel giorno. Futuroteatro agisce in partnership con Tandem Ragù.